venerdì 2 maggio 2008

Eternit, nessuna bonifica
Il Comune è in ritardo, finora solo interventi da parte dei privati
__________________________
di Francesco Bruno Pirillo

Vecchie tettoie ondulate,grondaie, vasconi e soprattutto coperture in eternit. Sono fatti così i tetti della città di Rossano, spesso coperti di amianto, sia nel centro storico che allo scalo cittadino. uesto materiale, se non viene incapsulato, ovvero ricoperto delle giuste vernici, diventa causa di cancro ai polmoni per le caratteristiche immunodepressive legate alla struttura fisica delle sue fibre. Queste sono come una sorta di sottilissimi spilli che, una volta respirati, si fissano negli alveoli polmonari. Non esiste una “soglia” di sicurezza sotto la quale il rischio di cancro sia nullo. L’esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va, pertanto, evitata. Nel nostro paese, che è stato un grande importatore di amianto, l’uso di questo materiale è bandito totalmente solo dal 27 marzo 1993 con l’entrata in vigore della Legge 257/92. Fin dagli anni Cinquanta, nel pieno del boom dell’industria edile, si sapeva che l’amianto poteva provocare malattie molto gravi; passarono però ancora molti anni prima che venissero fissati restrizioni al suo uso, fino a ritirarlo completamente dal mercato. Nel frattempo si è verificata una vera e propria strage di operai e persone che abitavano nelle vicinanze delle fabbriche di produzione. Le conseguenze di tale intossicazione non sono immediate: infatti tra l’ispirazione della polvere di amianto e l’insorgere della malattia possono passare decenni! Dove lo incontriamo l’eternit nella città di Rossano? Negli appartamenti costruiti o ristrutturati prima del 1975, nelle tubazioni per l’acqua calda e per il vapore, nelle condutture e caldaie condominiali, nei rivestimenti per scaldabagni, nei muri e soffittature di isolamento, negli stucchi e rivestimenti decorativi, nel cemento per tegole e tettoie, negli ondulati e tettoie in eternit, nel cartone ignifugo per stufe e termosifoni, nei pannelli acustici per soffitti e pareti, nelle pavimentazioni in linoleum. In città sono solo alcuni quelli che hanno provveduto, di loro pontanea volontà, alla rimozione di tale materiale, spinti dalla preoccupazione delle conseguenze nocive di questo, ma sono tante le strutture che ancora presentano coperture in eternit. A lamentarsi sono molti, ci sono quelli che hanno già provveduto alla rimozione di tali materiali cancerogeni, ma ci sono anche quelli che a causa delle difficoltà economiche in cui versano non hanno la possibilità di effettuare tale bonifica. I primi dichiarano «sono diversi anni che noi, per la paura di contrarre qualche tumore, abbiamo rimosso con i nostri risparmi questo materiale, ma pensiamo che non serve più di tanto questo sacrificio se poi sulle case dei nostri vicini ancora tale sostituzione non è stata fatta. Sappiamo benissimo continuano della pericolosità di tali polverine che fuoriuscendo dall’eternit si dissolvono nell’area e finiscono nei nostri polmoni ».I secondi, invece, lamentano la scarsa vicinanza delle istituzione che, da un lato non attuano una campagna volta ad informare i cittadini sulle conseguenze nocive dell’eternit, dall’altro non aiuta nella bonifica chi si trova nell’impossibilità di affrontare la spesa per l’eliminazione.