venerdì 6 giugno 2008


PIU'INCISIVITA' A FAVORE DEL TURISMO
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di Gianfranco Lefosse

Nella mattinata di ieri, verso le ore 12.00, presso l’Hotel Scigliano di Rossano si è tenuta una conferenza stampa organizzata dall’Agenzia Viaggi “Andirivieni Travel”. A moderare l’incontro vi era Lenin Montesanto, responsabile delle comunicazioni. Il titolare dell’agenzia, Antonio Tedesco ha rivolto un appello alle Istituzioni Regionali affinché siano più vicine alle esigenze dei turisti che si recano presso le principali città ioniche ed in particolare a Corigliano e Rossano. E’ noto come negli ultimi cinque anni l’agenzia abbia investito sulla costa ionica. In particolare gli itinerari crocieristici della “Costa Crociere” prevedono proprio il porto di Corigliano come approdo per poi indirizzare le escursioni turistiche presso i diversi centri storici della Piana di Sibari. Circa un anno fa al porto di Corigliano vi fu un evento unico per la zona infatti attraccava per la prima volta una nave da crociera della “Costa Marina”. L’evento venne accolto dalle istituzioni locali con grande soddisfazione anche perché in tal modo veniva data una grossa visibilità, a livello mondiale, a tutte le città inserite negli itinerari turistici. Gli operatori del settore denunciano che dal maggio 2007 tutte le istituzioni hanno fatto venire meno il proprio appoggio che invece era stato assicurato in precedenza. Già nell’ottobre del 2007 un’altra minicrociera approdava al Porto di Corigliano ma l’accoglienza riservata agli stessi lasciò molto a desiderare. Gli operatori evidenziano che «nessuno si è accorto di quest’ultima crociera» ed anzi, alcuni turisti, recatisi presso gli scavi di Sibari per visitare l’antica città ed il museo, hanno addirittura trovato chiusa la struttura. Da qui le richieste dell’Agenzia Viaggi affinché gli enti locali predispongano servizi più efficienti che tengano conto delle esigenze dei croceristi. Durante la conferenza è stato diffuso un dato preoccupante, riportato su “Il Sole 24 Ore” nelle scorse settimane, ossia che Calabria e Campania sono state bocciate dal turismo, dato quest’ultimo che per gli operatori del settore è da attribuire alla scarsa attenzione riservata dalle istituzioni alle politiche turistiche. L’investimento che Andirivieni Travel ha effettuato sulle aree urbane ioniche non ha trovato l’appoggio degli amministratori locali. L’agenzia non si spiega un simile atteggiamento anche perché questi periodici flussi turistici rappresentano una risorsa importante ed un momento di rilancio per la Piana di Sibari ed in generale per l’intera regione. Il titolare Antonio Tedesco ha illustrato alcuni depliant in cui sono riservati ampi spazi alle attrattive presenti a Corigliano e Rossano. Tali depliant, presenti in tutte le navi da crociera, contribuiscono a pubblicizzare la nostra terra ed i tesori che la stessa custodisce. Città come Corigliano e Rossano vengono affiancate e promosse al pari di altre importanti mete turistiche quali Lisbona, Madagascar ecc. Accorato dunque l’appello della nota agenzia rossanese che invita i politici a concretizzare il sostegno che sin dal primo attracco navale è stato promesso. Tutto questo per il bene della regione che potrebbe vivere anche del solo turismo se sfruttato in maniera adeguata.

venerdì 2 maggio 2008

Eternit, nessuna bonifica
Il Comune è in ritardo, finora solo interventi da parte dei privati
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di Francesco Bruno Pirillo

Vecchie tettoie ondulate,grondaie, vasconi e soprattutto coperture in eternit. Sono fatti così i tetti della città di Rossano, spesso coperti di amianto, sia nel centro storico che allo scalo cittadino. uesto materiale, se non viene incapsulato, ovvero ricoperto delle giuste vernici, diventa causa di cancro ai polmoni per le caratteristiche immunodepressive legate alla struttura fisica delle sue fibre. Queste sono come una sorta di sottilissimi spilli che, una volta respirati, si fissano negli alveoli polmonari. Non esiste una “soglia” di sicurezza sotto la quale il rischio di cancro sia nullo. L’esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va, pertanto, evitata. Nel nostro paese, che è stato un grande importatore di amianto, l’uso di questo materiale è bandito totalmente solo dal 27 marzo 1993 con l’entrata in vigore della Legge 257/92. Fin dagli anni Cinquanta, nel pieno del boom dell’industria edile, si sapeva che l’amianto poteva provocare malattie molto gravi; passarono però ancora molti anni prima che venissero fissati restrizioni al suo uso, fino a ritirarlo completamente dal mercato. Nel frattempo si è verificata una vera e propria strage di operai e persone che abitavano nelle vicinanze delle fabbriche di produzione. Le conseguenze di tale intossicazione non sono immediate: infatti tra l’ispirazione della polvere di amianto e l’insorgere della malattia possono passare decenni! Dove lo incontriamo l’eternit nella città di Rossano? Negli appartamenti costruiti o ristrutturati prima del 1975, nelle tubazioni per l’acqua calda e per il vapore, nelle condutture e caldaie condominiali, nei rivestimenti per scaldabagni, nei muri e soffittature di isolamento, negli stucchi e rivestimenti decorativi, nel cemento per tegole e tettoie, negli ondulati e tettoie in eternit, nel cartone ignifugo per stufe e termosifoni, nei pannelli acustici per soffitti e pareti, nelle pavimentazioni in linoleum. In città sono solo alcuni quelli che hanno provveduto, di loro pontanea volontà, alla rimozione di tale materiale, spinti dalla preoccupazione delle conseguenze nocive di questo, ma sono tante le strutture che ancora presentano coperture in eternit. A lamentarsi sono molti, ci sono quelli che hanno già provveduto alla rimozione di tali materiali cancerogeni, ma ci sono anche quelli che a causa delle difficoltà economiche in cui versano non hanno la possibilità di effettuare tale bonifica. I primi dichiarano «sono diversi anni che noi, per la paura di contrarre qualche tumore, abbiamo rimosso con i nostri risparmi questo materiale, ma pensiamo che non serve più di tanto questo sacrificio se poi sulle case dei nostri vicini ancora tale sostituzione non è stata fatta. Sappiamo benissimo continuano della pericolosità di tali polverine che fuoriuscendo dall’eternit si dissolvono nell’area e finiscono nei nostri polmoni ».I secondi, invece, lamentano la scarsa vicinanza delle istituzione che, da un lato non attuano una campagna volta ad informare i cittadini sulle conseguenze nocive dell’eternit, dall’altro non aiuta nella bonifica chi si trova nell’impossibilità di affrontare la spesa per l’eliminazione.

mercoledì 30 aprile 2008

ROSSANO:TERRA DI IMMIGRAZIONE E DISCRIMINAZIONE

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di Gianfranco Lefosse

Nell’attuale fase storica di apertura/eliminazione delle frontiere, in tutto l’Occidente, si assiste al fenomeno del movimento migratorio che appare destinato ad intensificarsi. Il problema ha valenza internazionale, ma la sua entità è avvertita soprattutto in Italia e maggiormente in Calabria dove si assiste non di rado a sbarchi di clandestini sulle nostre coste, terra la nostra che da paese tradizionalmente di emigrazione, negli ultimi tempi è divenuta terra d’immigrazione. Al contrario degli anni cinquanta e sessanta, i governi e le istituzioni non si trovano più a regolare l’entrata dei lavoratori stranieri, ma piuttosto a regolare flussi spontanei e non programmati, il cui impatto risulta decisamente più problematico. Tale flusso di stranieri si avverte in maniera evidente anche nella nostra città, dove la presenza migratoria si presenta estremamente variegata e diversificata ma comunque tutta legata all’unica possibilità di inserimento lavorativo offerta dal nostro territorio a questi stranieri, e precisamente la possibilità di lavorare nei campi come braccianti agricoli. Da qui nasce l’esigenza di attivare nella nostra città politiche di accoglienza e di integrazione, nonché interventi ad hoc da parte degli attori locali. Una volta giunti nelle nostre terre, a causa dei pregiudizi, gli stranieri sono spesso oggetto di discriminazione. Il lavoro a cui tanto aspirano o che gli è stato promesso si rivela una farsa anche perché la nostra regione ha un tasso di disoccupazione elevato. Il lavoro manca per gli stessi calabresi e quindi gli stranieri si devono “accontentare” di lavori al limite dello sfruttamento. Sono molti a Rossano i polacchi, rumeni e tanti altri di varie nazionalità dell’est e del nord Africa, che vanno a svolgere lavori che ormai noi cittadini sembra che non vogliamo più svolgere. Vengono “sfruttati” per la raccolta delle ulive, degli agrumi e dei prodotti ortofrutticoli, ma il fatto più grave è che la loro giornata lavorativa non ha mai fine. Infatti partono per lavorare la mattina alle quattro per terminare il lavoro addirittura a tarda sera e questo per pochi soldi che a volte non bastano neanche per sopravvivere. Alcuni di loro interpellati, mostrando le loro mani rovinate e piene di calli per l’intenso lavoro, commentano ”Siamo venuti in Italia per cercare un po’ di fortuna ma tutti ci guardano sempre con diffidenza come se fossimo i peggiori criminali, invece siamo gente che sgobba dalla mattina alla sera per pochi soldi. Chi ci da lavoro pretende da noi il più del dovuto e mi fermo qui per non dire altro”. La loro difficoltà sta anche nel trovare un tetto sotto il quale dormire e quando lo trovano sono costretti a dover sopportare una situazione precaria per la condizione fatiscente delle “abitazioni”. In queste ultime si ritrovano a convivere con molti altri disperati in spazi insufficienti. “Ci affittano le case per molti soldi e ci fanno ammassare come se fossimo degli animali. Siamo scappati dal nostro paese perchè soffrivamo la fame, ma poi qui la situazione non sembra migliorare di molto. Ciò che ci da fastidio di più sono gli sguardi di quelle persone che nonostante abbiano vissuto sulla loro pelle il dramma dell’immigrazione sembrano aver rimosso il passato non riuscendo a capire la nostra situazione”.

martedì 29 aprile 2008

Pronto soccorso, troppe carenze

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di Francesco Bruno Pirillo

Il dottore Straface denuncia una situazione caotica e confusionaria Con una missiva di sabato 26 aprile, inviata al direttore del dipartimento di Urgenza ed Emergenza, dottore Taverna, e per conoscenza, al dottore Cerisano, direttore dell’ex As 3 di Rossano, il dottore Straface evidenzia: «A distanza di un anno, dopo un’attesa inutile, i gravi disservizi presenti nel settore dell’emergenza a Rossano, non trovano più giustificazioni attribuibili alla alternanza dei vertici aziendali della Asp di Cosenza. La scrivente OS constata che si continua con una gestione a dir poco improvvisata, approssimativa, superficiale e confusionaria da parte del direttore in indirizzo, con mancato rispetto della normativa contrattuale e della sicurezza, soprattutto nel pronto soccorso, e con pericolosi rischi per i cittadini». Lo stessoStraface nella missiva elenca specificamente quali siano le gravi carenze dell’Unità del Pronto Soccorso riguardanti sia i mezzi di soccorso sia lo stesso personale sanitario oltre che la mancanza di posti letto nei reparti di degenza. Oggi la caotica e confusionaria organizzazione dipartimentale nell’emergenza , non trova
giustificazioni o alibi se non nella manifesta inconsistenza, incapacità e sprovvedutezza di chi dirige il dipartimento».

A Torre Pisani non c’è nessun semaforo funzionante


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di Gianfranco Lefosse

Dopo le segnalazioni dei giorni scorsi sui semafori non funzionanti in contrada Toscano, altre ne giungono, ma questa volta il disservizio riguarda una zona molto più centrale. I semafori non funzionanti sotto accusa sono quelli posizionati in prossimità di Torre Pisani e precisamente
quelli posti all’incrocio tra la strada di collegamento tra il centro storico cittadino di Rossano e lo scalo, con il ponte di recente costruzione intitolato a Giorgio Almirante. E’ ormai da un po’ che i semafori non svolgono la funzione per la quale sono stati posizionati là, ma sono costantemente
accesi su luce lampeggiante gialla. Questo rappresentaun grosso pericolo per gli automobilisti, ma
anche per i pedoni, che ogni giorno si trovano a dover percorrere ed attraversare quell’ incrocio.
Alcuni cittadin protestano per il disservizio. «Non riusciamo a capire - spiegano- come mai si è operata la scelta di tenere i semafori sul giallo lampeggiante e quindi non utilizzarli per quello che servono, sebbene l’incrocio sia molto pericoloso, soprattutto per chi proviene dal centro storico, percorrendo ed attreaversando tale incrocio, molte volte, ad alta velocità, rischiando in molti casi
di fare incidenti con qualche auto che si trova sul ponte Almirante e cerca di immettersi sulla strada principale. Questi semafori furono installati a quell’incrocio - spiegano i cittadini - per la sicurezza di automobilisti e passanti, subito dopo la realizzazione del ponte Almirante, che collega Contrada Donnanna con Torre Pisani, da parte della precedente amministrazione Comunale ma la nuova amministrazione, subito dopo il suo insediamento ha operato l’assurda scelta di spegnerli per qualche ragione che non riusciamo a capire. Se si è operato tale scelta, pocon condivisibile, che senso ha tenere i semafori lì? Sembra che ci siano solo per un’esigenza di arredo urbano, infatti non svolgono alcuna funzione e non aiutano a garantire agli automobilisti una maggiore sicurezza. Nella nostra città ci sono tanti incroci pericolosi e se questo non viene ritenuto tale dai nostri amministratori, e non si sa inbase a quale criterio, perché non spostarli su altri incroci altrettanto pericolosi?».